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Ibiza, il volo
Ogni volta che parto per tornare a Ibiza, l’emozione è sempre la stessa: in aeroporto mi batte il cuore e appena vedo la scritta col suo nome mi esalto, vorrei gridarlo a tutti “io vado li !!!”.
E poi diciamolo, le file degli imbarchi destinate all’Isla si riconoscono lontano un miglio: non sei ancora salito sull’aereo e indossi già il pareo, ti sei messo il sorriso più bello e ti sei tolto l’orologio – in previsione di quei 150 braccialetti che riceverai alle Salinas o al Porto.Sali, ti siedi e cominci a scrutare la gente che è sul tuo volo, fai la cernita di chi certamente non viene a Ibiza ma toccherà Formentera ( la verità è che noi un po li snobbiamo – quelli che vanno a Formentera – e loro snobbano noi. Una rivalità come nord e sud insomma),
Finita la conta di solito un paio di famiglie con marmocchi al seguito li trovi, ti chiedi per quale ragione non vadano a Pinarella di Cervia ma poi (vedi sopra) speri che si imbarchino pure loro per l’isoletta vips.E si decolla. 1h40 di pensieri. Cosa si fa, chi si ritroverà, dove si va.
Ma è quando sei su Maiorca che realizzi che davvero stai tornando “a casa”. Perché noi, psicopatici di Ibiza, la chiamiamo tutti “CASA” ma in realtà la vita che ci siamo costruiti giù è più una comune: ci si conosce tutti, si incontrano tutti e ci si aiuta tutti.
Io personalmente incontro più gente a Ibiza di quando sono a Milano. Persone che abitano a 1 km da casa mia per intenderci, che non riesco a vedere mai. Li ci si ritrova tutti perché tutti prima o poi ci vengono.Perché ? Perché sono vent’anni che parli di Ibiza!!! E la gente alla fine si stanca di dirti che sei fuori come un balcone, quindi, morsa dalla curiosità e un po’ per sfinimento prende questo benedetto volo.
La maggioranza delle persone che scelgono Ibiza come destinazione lo fa presa dalla disperazione per aver vicini di casa come noi, ve lo dico io.
E quindi dicevo: Maiorca.Da quell’istante il naso si impasta in un tutt’uno col finestrino. Guardi quel mare e lo riconosci come una madre riconosce il proprio figlio.
Ti giri verso il vicino e gli dai quell’occhiata come per dire “mica pizza e fichi eh, va che roba”. In quel momento manco le Bahamas riuscirebbero a piacerti di più di quel che stai vedendo.
Di colpo, tutto appare più vicino e tu sempre più incollato al finestrino e agitato – sudato – col cuore in gola, vedi le salinas e la pista d’atterraggio.
“Dio mio, eccola!” Pensi…Il pilota non ha nemmeno ancora aperto il carrello per far scendere le ruote e tu hai già acceso il cellulare:
“Oh, qui tutto bene, ma non lo so se ritorno…”
Barbara
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